Presentazione del Libro
Il libro “Il brindisi del poeta astemio” è stato scritto da Enrico Di Carlo e Luca Bonacini, con la postfazione di Andrea Grignaffini. Questo volume di 140 pagine racconta il percorso storico ed enogastronomico di Gabriele D’Annunzio, un autore che si materializza in un volume che esplora le sue abitudini enogastronomiche. I due autori, un abruzzese e un emiliano romagnolo, hanno lavorato insieme per creare questo libro che presenta una visione inedita del poeta.
La Ricerca Sulle Abitudini Enogastronomiche di D’Annunzio
La ricerca ha portato a scoprire che D’Annunzio non era astemio come egli stesso voleva far credere. In realtà, il poeta era un raffinato conoscitore di vini e liquori. I due autori del libro hanno raccontato come D’Annunzio abbia scritto la prefazione per il libro “Osteria: Guida spirituale delle osterie italiane da Verona a Capri” di Hans Barth, probabilmente la prima guida enogastronomica italiana, datata 1910. Questo libro contiene pagine dove il poeta ricorda anni passati in osterie e ristoranti italiani, che egli stesso ha trasformato in pubblicità.
La Cantina Privata di D’Annunzio
La ricerca ha anche messo in luce un rapporto conflittuale tra lo scrittore e il vino. Pur di mantenere la sua immagine di esteta, D’Annunzio si definiva “acquàtile” e affermava che “Ottima è l’acqua”. Tuttavia, il libro svela che il poeta aveva una cantina privata e che era un appassionato di vini e liquori.
La Presentazione del Libro
Il libro “Il brindisi del poeta astemio” è stato presentato venerdì 16 settembre 2022 alle ore 17:30 presso l’Academia Barilla in Largo Calamandrei 3/a a Parma. Gli autori sono stati introdotti da Giancarlo Gonizzi, Curatore della Biblioteca Gastronomica di Academia Barilla. La presentazione è stata accompagnata dalla riproduzione di un menu di una colazione in onore di D’Annunzio, tenutasi a Venezia il 26 aprile 1908.
La Malvasia di Candia
La ricerca ha anche portato a scoprire la celeberrima Malvasia di Candia, un vino prodotto in terra parmigiana. Questo vino è stato apprezzato anche da Gabriele D’Annunzio, che lo ricorda in “Solus ad solam”, il suo diario pubblicato postumo. La Malvasia di Candia è un vino vivace, profumato e sincero, tipico delle colline parmensi, particolarmente della Val Parma e della Val Baganza.
Il lavoro mette in luce un rapporto quanto mai contraddittorio tra lo scrittore e l’alcol. Bevitore di acqua purissima (prediligeva quella minerale) in banchetti ufficiali, mostrava familiarità con vini e champagne in occasioni mondane e private, magari in compagnia di qualche donna. I vini li decanta, li storicizza, li contestualizza, li rende protagonisti di vicende personali e di famose pagine letterarie. I vini italiani raccontati e forse bevuti da d’Annunzio, comprendono dodici regioni, sicuramente il meglio della produzione enologica del tempo.
Si va dal Barolo al Moscato, dal Chianti al Soave, dal Nepente d’Oliena al Capri Bianco, passando naturalmente per il Montepulciano del suo Abruzzo.
Per la prima volta vengono studiate le marche conservate nella cantina del Vittoriale, poco prima della morte avvenuta il primo marzo del 1938. Sono 295 bottiglie di qualità elevatissima e con costi che anche allora erano proibitivi; un vero e proprio tesoretto a conferma dell’elevato tenore di vita dell’anziano scrittore. Tra le altre curiosità del libro, si segnalano la denominazione acquarzente, in sostituzione del francese cognac, la scelta di chiamare molovin un liquore da lui inventato, e i carteggi con celebri produttori e ristoratori dai quali si faceva inviare casse di vino pregiato, magari in cambio di una sua fotografia con dedica.