Un gioiello della natura lungo la strada che da Tricase porta al mare: la grande quercia vallonea, un monumento quasi millenario.
Descrizione, distribuzione e habitat
La quercia vallonea Quercus ithaburensis subsp. macrolepis è un albero appartenente alla famiglia Fagaceae, diffusa nel bacino del Mediterraneo.
La specie è presente nel Mediterraneo orientale, nei Balcani, nelle Isole greche e in Asia minore. In Italia si trova in Puglia e più precisamente nel Salento, principalmente in provincia di Lecce, e meno in quella di Brindisi. È presente anche in Basilicata, in provincia di Matera, presso il Parco della Murgia Materana. Si ipotizza che tali piante siano state importate dai monaci basiliani giunti nel sud d’Italia e nel Salento e che il suo nome derivi da Valona, città dell’attuale Albania, regione dove tali piante abbondano.
È un albero alto fino a 20 m, con rami divaricati che vanno a formare una chioma globosa, rametti giallo-bruni da giovani, poi con l’età diventano glabri, lisci e grigi. I fiori sono monoici e fioriscono nel mese di aprile, mentre il frutto è una ghianda solitaria o in gruppi di 2-3, grande 4 x 2 cm, che matura il secondo anno ed è protetta da una cupola semisferica con squame piuttosto larghe.
Oggi in Italia sono presenti poche centinaia di esemplari, che formano a volte dei boschetti. In passato la polvere estratta dalle ghiande, in particolare dai cupolini, era utilizzata nella concia delle pelli in quanto contenenti buone quantità di tannino.
La quercia vallonea di Tricase
A Tricase si trova una quercia vallonea di ragguardevoli dimensioni, nota come quercia dei 100 cavalieri, dell’età stimata di circa 900 anni.
Colpisce per la sua splendida chioma larga 25 metri, che copre una superficie di quasi 700 m2. Il tronco ha una circonferenza di oltre 4 metri. All’ombra dei suoi rami, potete rilassarvi nell’autenticità della campagna salentina e respirare anche la magia dell’antica leggenda che lega la Quercia alla storia di Federico II di Svevia. Stando al racconto, essa offrì refrigerio con l’ombra dei suoi rami all’imperatore e a cento suoi cavalieri. Per questo motivo, è detta anche Quercia dei Cento Cavalieri.
In passato per gli abitanti del luogo aveva importante valore economico. Infatti dalle sue ghiande veniva estratta della polvere usata per la concia delle pelli, attività chiamata “l’arte del pelacane”. I pellai di Tricase, detti “pelacani”, divennero famosi per la raffinata morbidezza dei loro prodotti, che prevalevano nel commercio su quelli della stessa Repubblica Veneta.
Per coloro che desiderino ammirare sua maestà la Quercia dei Cento Cavalieri, bisogna percorrere la strada che da Tricase porta a Marina Serra. Sempre a Tricase è presente un altro esemplare di circa 400 anni, il cui tronco supera i 3 metri di circonferenza e la cui chioma raggiunge i 20 metri di diametro.
Altri esemplari monumentali di quercia vallonea
A Santa Cesarea Terme in una proprietà privata è presente un esemplare storico risalente al 1600, mentre a Cocumola vi è un esemplare nel giardino del palazzo baronale di circa 400 anni.
A Corigliano d’Otranto si può ammirare un esemplare spettacolare con una chioma di 20 metri ed un’altezza di circa 15 metri, mentre un altro esemplare di quercia vallonea si trova a Taurisano davanti alla chiesetta del Crocefisso in Via Emile Namer.