Pedace Immacolata: il vigneto più alto d’Europa.

Pedace Immacolata: il vigneto più alto d’Europa.

Storia del vigneto più alto d’Europa: un racconto di tenacia, di impegno e di caparbietà nella Sila Greca calabrese. A Cava di Melis, Longobucco (CS), il giovane ingegnere Emanuele De Simone si inventa vignaiolo.

L’azienda agricola Immacolata Pedace è situata a Cava di Melis, un luogo incantevole, incontaminato, dove si respira aria fresca e pulita, (la più pura d’Europa). Una perla incastonata nel Parco Nazionale della Sila, tra larici e pini secolari: alle sue alture e dai suoi filari si gode la vista spettacolare del Lago Cecita.

Il titolare Emanuele De Simone, un ingegnere, su un suo terreno di dieci ettari, comprato dalla famiglia alcuni anni prima decide di impiantare, con la sua famiglia, un vigneto, che adesso con passione e dedizione coltiva sotto lo sguardo attento della mamma Immacolata Pedace. Così alla sua laurea aggiunge anche la qualifica di vignaiolo.

La scelta di Emanuele di impiantare un vigneto in questi luoghi ha suscitato numerosi pareri contrari, che ne sconsigliavano questo utilizzo.

Queste le risposte più consuete: “un vigneto a 1300 metri? Con queste pendenze dove a malapena ci arriva il mulo? con le temperature che d’inverno arrivano anche a 30 gradi sotto zero? L’hai già impiantato? Ma non farà mai fiori ne frutti!” Nonostante tutto, Emanuele ha tirato diritto, la sua passione per l’uva era tanta, ne era ghiotto sin da bambino e adorava il mosto cotto e così ha preso il sopravvento.

La tenacia di Emanuele ha dato vita a un grande successo: adesso possiede il  “vigneto più alto d’Europa”, con i suoi 1300 metri slm, dove ha creato un vero e proprio movimento enoturistico attirando migliaia di appassionati, che alle bellezze del Parco Nazionale della Sila uniscono il piacere di gustare ottimi vini e di passeggiare tra i filari con un calice di buon vino, in quest’angolo di paradiso. Le presenze annuali oramai superano le seimila visite e i vini di Emanuele si sono anche guadagnati numerosi riconoscimenti in concorsi nazionali e internazionali.

Gli ettari impiantati ammontano a due e mezzo. I terreni si sono originati dalla trasformazione di rocce metamorfiche e granitiche, terreni poveri di nutrienti, ideali per la vite, dove le radici sono costrette a ricercare il nutrimento necessario.

Questi terreni posseggono anche altre peculiarità: conferiscono infatti mineralità ai vini prodotti, sono molto indicati per vini bianchi e rosati, mentre conferiscono ai rossi freschezza, immediatezza ed eleganza rispetto alla struttura.

La resa per ettaro è di circa 40/50 quintali. La forma diallevamento prescelta è il cordone speronato e il Guyot. I vini sono ottenuti con fermentazione naturale in vasche di acciaio, con pressatura soffice per vinificare soltanto il mosto fiore.

La scelta dei vitigni impiantati è ricaduta su quelli internazionali, che si prestano meglio a queste alture e a questi sbalzi climatici.

Attualmente l’azienda produce circa diecimila bottiglie da uve Merlot, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Chardonnay e Pinot bianco, e da queste ultime due varietà nasce Chione: il nome in etichetta è un omaggio alla dea della neve, figlia di Boreas, dio del vento del Nord e dell’inverno,  sorella di Zethes e Calais, e ci ricorda la rigidità degli inverni a queste latitudini.

Si tratta diun IGT Calabria, che si presenta nel calice di colore giallo paglierino, con profumi di litchi, fiori di ginestra e biancospino, mela golden e fiori di pesco, al palato è molto minerale, verticale, ritornano note di mela e pesca con note agrumate, in chiusura si avvertono sentori di buccia di noce.

Il vino è equilibrato, armonico e di ottima struttura e persistenza. Ma è  l’eleganza la nota che lo caratterizza e gli permette di essere accostato ad aperitivi, primi piatti di pesce, formaggi freschi carni bianche e crostacei.

Anthea, invece, è la dea dei fiori, ma non solo. È l’etichetta cara a tutta la famiglia. Si chiama così anche l’ultima arrivata in casa di Emanuele. È un Rosato IGP Calabria, prodotto con uve Cabernet Franc, dal colore rosa tenue e dai sentori delicati e complessi; al naso si percepiscono con chiarezza frutti di bosco, fragoline e lamponi.

In bocca il vino è sorretto da una ricca sapidità grazie a un frutto molto deciso, la melagrana. Si avverte la presenza di note erbacee e officinali, lavanda e timo. Si nota un grande equilibrio tra durezze e morbidezze, che gli conferiscono armonia, finezza e struttura. Caratteristiche ideali per l’abbinamento a primi piatti con sugo di pomodoro, formaggi a stagionatura media, carni bianche.

Silva, nome legato al territorio, era la denominazione con cui in epoca romana si iniziarono a identificare questi luoghi: Silva Brutia, ovvero “selva, foresta”. Da uve Merlot e Cabernet Franc, si ricava un nettare dal colore e dai profumi invitanti, rosa corallo; al naso si avvertono frutti rossi, in un’elegante complessità olfattiva. Le note floreali rimandano al pesco e alla rosa canina.

In bocca è ben sorretto da un’ottima freschezza, di ottima beva, rotondo, ben strutturato, di grande finezza e armonia. Da abbinare primi piatti della tradizione nazionale, ottimo sulle tagliatelle ai funghi porcini, si sposa molto bene anche con arrosti di carne, cosi come su guazzetti di pesce, affettati non piccanti, caciocavallo silano non troppo stagionato. Provare per credere.

Lykos, Rosso Igp Calabria, prodotto dai vitigni Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc.

Nome pregno di significato, legato alla mitologia greca.  Identificava nell’antichità corsi d’acqua, tra cui Lykos, un affluente del Meandro che veniva raffigurato come un lupo. Secondo l’Enciclopedia Treccani, Lykos appare su monete di Laodicea, in Frigia, del periodo di Caracalla, in cui il fiume è raffigurato come un lupo che posa la zampa sinistra su un vaso rovesciato.

L’etichetta vuole essere un chiaro omaggio al lupo della Sila. Dal colore accattivante, un rosso rubino intenso, al naso si avvertono fiori secchi, violetta, frutta rossa, fragola, ciliegia nera e note fumé. In bocca è rotondo, armonico e ben equilibrato, di buona freschezza, con tannino morbido e avvolgente, di buon corpo, struttura ed eleganza con nota finale di liquirizia, con sottofondo erbaceo, erbe balsamiche e sentori tipici della macchia mediterranea.

L’abbinamento è vario – si direbbe a tutto pasto. Il vino predilige primi piatti con carne, è ideale sulle lasagne, arrosti, agnello in umido e formaggi non troppo stagionati, è ineguagliabile con gli ottimi piatti a base di funghi porcini tipici di questi luoghi.

Indirizzo:

Località: Cava di melis, Longobucco, Italy, 87066

Contatti: Cellulare 380 598 6167

E-mail: aziendaagricoladp@libero.it

LINK per video intervista: https://www.youtube.com/watch?v=cvPyhguCG0c

Raffaele D’Angelo

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