Mi chiamo Ferruccio Brambilla, sono nato a Bernareggio (Mb) e dal 2003 risiedo a Milano. Ho lavorato per 40 anni sull’intero territorio nazionale,collaborando con tre diverse aziende operanti nel settore biomedicale con la qualifica di Credit Manager.
Pensionato dal 2005, ora viaggio per il mondo, cercando di dare una mano a chi ne ha più bisogno, proponendomi per diverse attività di volontariato. Di seguito ed in estrema sintesi le attività svolte finora, ciascuna per un periodo non inferiore alla durata del permesso di soggiorno (minimo due/massimo sei mesi).
Brasile Rio de Janeiro ‘05: il mio battesimo nel volontariato. Dall’amica Barbara Olivi fondatrice dell’associazione “il sorriso dei miei bimbi”nella favela Rocinha di Rio, coi suoi bimbi di strada e le famiglie bisognose. Qui ci si inventa ogni giorno una diversa attività dettata dagli eventiquasi sempre infausti. Asili, scuole, consultori medici e pediatrici. Durante la mia permanenza a Rio, Barbara viene insignita “donna d’Italia nel mondo” dall’allora presidente Ciampi.
Quindi organizzo l’evento, intrattenendo proficui rapporti col Consolato Italiano. Il coinvolgimento della diplomazia si rivelerà prezioso anche per far fronte alle successive necessità dell’associazione.
Concessione spazi per mostre e raccolta fondi.Brasile Salvador De Bahia ‘06: orfanotrofio per disabili “Vida” di Novo Marotinho, attraverso la brasiliana OAF (Organizzazione Aiuto Fraterno). Instauro nuovi e più vantaggiosi rapporti coi fornitori locali, intesi a risparmiare sugli acquisti di materiale didattico.
Indonesia Jacarta ‘06: con l’amico Franco e la moglie Laura, dirigente medico dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Inventario dei danni subiti dagli ospedali a causa dello tsunami del 2004 nella zona nord di Sumatra. Relazione ai competenti organi dell’O.M.S. per la ricostruzione. Indonesia isole Mentawai ‘06: prima facendo capo alla missione di Padre Abis a Muara Siberut e in seguito collaborando con l’amico italianoPadre Pio Framarin che finanzia gli studi ai più meritevoli tra gli indigeni, affinché possano rivestire le cariche governative delle isole,mantenendo il più possibile vive le loro tradizioni ed evitando così le ingerenze del governo di Jakarta, che avanzerebbe differenti progetti.
Indonesia isola di Sumba ’06: nel progetto “Hope Sumba” dell’amica inglese Ann McCue.
Con altre quattro persone ha edificato tre scuole percirca mille bambini. Sanità, alimentazione umana ed animale, malnutrizione e sviluppo dell’agricoltura.
Finanzia inoltre la costruzione di pozzi esilos dove conservare l’acqua, abbondante nel periodo delle piogge ed insufficiente per tutto il resto dell’anno.
America centrale ’07: visito diverse organizzazioni, in attesa di collaborare con un fotografo e giornalista italiano ad Haiti, che tuttavia viene invitato dalla Farnesina a rientrare in patria, per via dei continui disordini verificatisi sull’isola ai danni degli occidentali. Impegno rimandato.
Brasile Rio de Janeiro ’07: Riconvocato dall’amica Barbara nella favela Rocinha, per una urgenza di carattere amministrativo ed organizzativo.
Sudafrica Johannersburg ‘08: nell’associazione per disabili mentali “Little Eden” prendo visione di come vengono svolte le attività a favore dei disabili, in vista del successivo impegno a Huanuco in Perù, dove si dovrà creare una nuova associazione con l’identico scopo.
Peru Huanuco ‘09: col grande amico ingegner Gianfranco Zanchi e la sua nascente “Fuerza de l’Amistad” per i disabili provenienti da ogni dove.
Cuba ’06 – ’09 -’10: col presidente di un’associazione in Havana e Santiago, oltre che in altre località del Sud America. Pratica massaggi shiatsu.
Tanzania Mbweni ‘10: con Padre Fulgenzio Cortesi nel suo “Villaggio della Gioia” ad un centinaio di chilometri da Dar Es Salaam. Dal Baba si fa di tutto.
Si organizza l’immenso magazzino col materiale frutto di donazioni. Si potano gli alberi si aggiustano carriole, si verniciano i serramentie dopo la raccolta del fieno si impara a guidare il trattore. Non è facile entrare nelle stalle in retro quando c’è attaccato il carro colmo di fieno.
Brasile Belo Horizonte ’10: un’amica missionaria laica mi commissiona un servizio fotografico alle quattro strutture della sua associazione.
Messico Baja California ’10: a Cabo San Lucas con Padre Arturo Carçia Fernandez che opera a favore dei bisognosi delle immense periferiedella città, dove ogni sera si distribuisce il cibo proveniente dai migliori alberghi della costa, zona di vacanza dei facoltosi americani.
Mi chiede di ritornare per aiutarlo ad organizzare al meglio la sua creatura “Casa San Juan Diego”. Cercherò di non deluderlo e ci penso spesso.
Costa Rica San Josè ‘11 pochi giorni solo per assistere all’inaugurazione di un corso di formazione per corrispondenti esteri.
Peru ’11 Huanuco e Huaraz: per esaminare le effettive necessità di alcune organizzazioni, al fine di fornire loro apparecchiature biomedicali informa gratuita, attraverso un’associazione di Milano.
Si sono così potute attrezzare diverse poste mediche soprattutto nei dintorni di Huaraz.
Papua Nuova Guinea isola di Goodenough ‘11: col Gruppo Africa. Costruzione di un acquedotto di oltre 15 chilometri nella località di Ulutuya.
Haiti e Repubblica Dominicana ‘12: seguito dal 2007.
Con un grande fotografo e giornalista nella zona nord della linea che divide in due l’isola.
La lotta quotidiana per regolarizzare gli haitiani che lavorano in territorio dominicano, difendendo così i loro diritti altrimenti negati.
Cuba ‘12: ancora con l’amico giornalista venuto da Haiti per promuovere la pratica della permacultura nel sud dell’isla grande.
Arcipelago delle Trobriand Isola Kiriwina ‘13: diversi lavori di manutenzione nella missione delle suore della Riparazione di Milano e Venezia.
Burundi ‘14: per conto dell’Associazione laica “Vispe”.
Si sono gettate le basi per ottimizzare, dal punto di vista contabile/amministrativo, lestrutture presenti a Mutoyi, Bugenyuzi e Bujumbura.
India ‘14: con l’incredibile spiritualità di Padre Sibi e della sua associazione “Vanaprastha” di Bangalore. Un grande insegnamento.
Congo ‘15: nelle Missioni di Kinshasa, Kikwit e Kikimbo con un amico tuttofare.
Montaggio pannelli solari, interramento tank per la raccolta delle acque e altri lavori vari di ordinaria manutenzione agli edifici della Congregazione Suore Francescane Angeline di Roma.
Brasile ancora favela Rocinha ‘15: perché dall’amica Barbara c’è sempre qualcosa da fare e quindi mi chiama ed io sono felice di correre da lei.
Italia Viserba ’17 per una volta in Italia con l’associazione “Noha” di Milano, solo un paio di settimane per assistere i disabili in vacanza.
Arcipelago Bismarck isola New Britain ‘17: presso l’arcivescovado di Kokopo con un gruppo di carpentieri bergamaschi. Edificate tre case con l’aiuto di alcuni ragazzi del posto. Una quarta, costruita dai ragazzi del posto con la supervisione dei mitici carpentieri bergamaschi. Ora, i soli ragazzi del posto proseguono nella costruzione del villaggio “Papa Giovanni XXIII”, che quando sarà ultimato conterà 250 case.
Filippine isola Mindanao ’18: a Davao ospite della Comunità Cavanis. Riordino della contabilità e degli archivi delle scuole che ospitano oltre500 alunni. Servizio fotografico che servirà ad aggiornare gli opuscoli che la Comunità invia ai genitori della adozioni a distanza e ai donatori.
Ucraina ’22: Con un pulmino prestato da una Congregazione italiana, portato aiuti umanitari in grande quantità e, al ritorno condotto in Italiaa lcuni profughi, incontrati nel campo raccolta di Uzhorod in Ucraina. Affidati poi a: Protezione Civile Italiana > Croce Rossa > Caritas e famiglie.
Nell’intervallo tra un impegno e l’altro, essendo già nei paraggi, ho potuto visitare: La Bolivia, l’Argentina, l’Ecuador e le Galapagos, Cancun e loYucatan messicano, l’isla Contoy, Fernando de Noronha, le cascate Iguaçu, Bangkok e parte della Thailandia, Cuba in diverse occasioni, Tijuanaancora in Messico e la vicina San Diego in California, New York, Jakarta, Java e gran parte dell’Indonesia, Cape Town e l’intera costa ovest delSudafrica, Mumbai, Kolkata e l’India nord in treno, Bali ed il vicino arcipelago, le isole vergini della Papua Nuova Guinea e mille altre bellezze,insieme a tanti piacevoli incontri nei luoghi frequentati.
Per non parlare del piacere che ne deriva ogni volta che torno, gli scritti pubblicati el’impegno nel giornalismo.
Questo è quello che chiamo “unire l’utile al dilettevole”. Durante lo stop causa pandemia, ho comunque potuto programmare e organizzare nuove spedizioni e, dopo l’Ucraina, spero di poter riprendere col ritmo di un paio di anni fa.
Ferruccio Brambilla – Cooperazione Internazionale – Volontario e Corrispondente Estero – 20133 Milano +39 348 8279 062 ferbrambi@gmail.com
11 Dicembre 2024