Ma la campagna di promozione turistica del ministro del Turismo e dell’ Enit non piace a tanti. Gli autori si sono dimenticati di citare un prodotto non propriamente secondario per la promozione turistica del nostro paese. Il vino
La Venere di Sandro Botticelli -tra i simboli più noti del Rinascimento- è la protagonista testimonial della nuova campagna internazionale di promozione turistica del Ministero del Turismo e dell’Enit, presentata da ben tre ministri, Daniela Santanchè, Antonio Tajani e Andrea Abodi.
In prima pagina il quotidiano La Stampa per la penna di Alberto Mattioli così ha presentato l’iniziativa: “Pizza, jeans e tricolore una Venere grottesca nello spot qualunquista per attirare turisti”.
Ed ecco oggi sul Corriere della Sera le parole del Sindaco di Firenze
“Una campagna, ha scritto Selvaggia Lucarelli sul Fatto Quotidiano “presentata da un’entusiasta Daniela Santanchè, la quale non aveva mai sentito parlare della tizia svestita e ha scelto la candidata dopo aver appreso che si trova negli Uffizi dal 1815 senza mai essere uscita”.
Per par condicio diciamo subito che su questo tema non fecero meglio il ministro Francesco Rutelli e poi Dario Franceschini con il «verybello», il sito del Ministero dei beni culturali costato migliaia di euro che avrebbe dovuto promuovere gli eventi sparsi per l’Italia ma non ha mai avuto successo. C’è stato Italia.it il (tristemente) famoso spot televisivo di Rutelli (era il 2004, lui era deputato e sarebbe divenuto ministro due anni dopo).
Ma ora siamo davvero arrivati all’inguardabile tanto che ha suscitato tantissime ironie social e pareri critici a cominciare dalla solenne bocciatura di Vittorio Sgarbi.
È diventata la Venere “delle polemiche”, più che quella di Botticelli: ecco una carrellata di alcuni commenti
Sgarbi: Venere travestita così “roba da Ferragni”
“Vestita da ciclista, con la scritta Open to meraviglia” è “un paradosso”, ha tuonato il sottosegretario alla Cultura, convinto che “la pubblicità all’Italia la fanno le opere d’arte, senza bisogno di travestirle”.
“Giacché la Venere è nuda sarebbe stato meglio vederla così, senza bisogno di traverstirla in quel modo: è una roba da Ferragni”, ha continuato Sgarbi, ripreso dall’agenzia Ansa. “Anche così funziona lo stesso”.
“Lo ha deciso un grafico e io non voglio contraddire troppo i miei colleghi. Ma sul piano della lingua, la contraddizionè è invece loro: Open to meraviglia? Che roba è? Che lingua è? “. Per poi concludere: “penso solo che a volte ciò che di meglio si può fare è non fare niente”.Toscani: banale e triste. Siamo un Paese di provincia
“E’ il classico esempio di campagna che vuole piacere a tutti e non piace a nessuno”, il parere espresso all’Adnkronos di Oliviero Toscani. “Una serie di banalità messe insieme, la Venere, la Ferragni. Tutto ciò che cerca il consenso crea mediocrità, e questo ne è un esempio: per cercare il consenso hanno creato mediocrità”.
“Il gusto non c’entra, qui è questione di cultura”, ha rincarato. “È una campagna poco intelligente, il classico risultato dell’agenzia di pubblicità dove il livello della creatività è molto basso, perché le fanno scegliere i politici, che cercano il consenso a tutti i costi”.
Entrando nel merito della raffigurazione botticelliana scelta dal ministero, Toscani ha osservato: “Si fa sempre ricorso al passato, perché noi italiani non siamo capaci di vedere il futuro. In Italia si guarda sempre al passato. E’ la provincia profonda, siamo un paese di provincia, altro che Made in Italy”.
“E’ la classica campagna di agenzia commerciale triste. E come quando i ricchi si fanno arredare le case: fanno tutto uguale. Hanno tutti gli interni uguali, l’arredamento è uguale, tutti vanno negli stessi posti, in Sardegna nello stesso angolo. E questo ammazza totalmente l’unicità e la creatività”.Nardella: campagna scontata, banale e macchiettistica
A Rai Radio1, ospite di ‘Un Giorno da Pecora’, il sindaco di Firenze Dario Nardella non ha lesinato critiche. “A me non è piaciuta molto”, ha detto a proposito della campagna, intervistato da Giorgio Lauro e Geppi Cucciari. “Avevo detto alla ministra di incontrarci, potevamo pensare a promuovere Firenze e l’Italia in modo meno scontato e banale, un po’ macchiettistico. La Venere con la pizza insomma…”.
Puntualizzazione anche sulla scelta di vestire Venere: “Il nudo fa parte della storia dell’arte classica”, ha ricordato Nardella, che ha chiosato valutando la campagna “un cinque meno meno”Floridi: donate due idee al ministero. Tutto molto ferragnish
Luciano Floridi, professore di Sociologia della Comunicazione all’Università di Bologna, ordinario di filosofia ed etica dell’informazione presso l’Oxford Internet Institute e direttore del Digital Ethics Lab su Linkeind scrive un “appello serio”.
“Care creative e cari creativi, una proposta: per favore donate due idee al ministero del turismo per fare una pubblicità a un paese meraviglioso e straordinario che non includa pizza-mandolino … e una ragazzetta botticelliana con lo sguardo da influencer-pesce-lesso”, esordisce. “Fatelo per amor di patria, per non farci vergognare tutte e tutti, per orgoglio, per decenza, per spirito civile, per farvi anche un po’ di pubblicità … per favore”.
“Affinché non si dica che questa è l’Italia, che è ridotta così. Io non so neppure fare la punta alla matita ma se serve mi volontarizzo a dare una mano. Per favore!?”Il vino dimenticato
C’è poi da registrare -scrive il Gambero rosso- una specie di gaffe nella gaffe. Perché in tutto questo tripudio di italianità da vignetta, gli autori si sono dimenticati di citare un prodotto non propriamente secondario per la promozione turistica del nostro paese. Il vino. La cosa ha fatto insorgere, comprensibilmente, l‘Unione italiana vini (Uiv). “Mare, storia, paesaggio, monumenti, Vespa, pizza e…acqua. E’ un peccato che manchi proprio il vino…” Nove milioni di euro per lanciare la campagna e poi manca “proprio il prodotto tricolore in testa nella bilancia commerciale con l’estero tra i comparti del made in Italy tradizionale. Si parla tanto di promozione integrata, di fare rete, ma poi si perdono queste occasioni. Peccato“.
Contrordine: si torna all’inglese
Ma poi, resta davvero un mistero irrisolto: chi ha trovato lo slogan “Open to Meraviglia”? Ma come? Non c’era stato una proposta di legge targato Fratelli d’Italia che punta a vietare l’uso di parole straniere? È stato proprio uno dei colonnelli (ex?) romani a proporla: ma non prevede pene per i cittadini – spiega Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera – bensì fino a 100mila euro di multe per “pubbliche amministrazioni, società pubbliche o private, multinazionali”. Quindi, Santanchè e Jelinic, attente: la campagna costerà 100mila euro di più. Va beh, ma cosa non si fa per costruire un nuovo immaginario!
La nuova campagna di promozione dal comunicato ufficiale
Prima tappa negli Emirati Arabi in occasione di Atm Dubai dall’ 1 al 4 maggio dove in oltre 500 metri quadrati verrà esportata l’eccellenza dell’italianità. Enit sta sperimentando per la prima volta la nuova comunicazione lanciata ieri, che prevede anche l’uso del nuovo logo di ITALIA.IT con la bandiera italiana a forma di finestra spalancata sul mondo.
La campagna voluta e realizzata dal Ministero del Turismo e Enit, sarà inserita all’interno dell’allestimento a Dubai con i due soggetti più culturalmente vicini al mercato, ovvero il soggetto di Venere a Venezia, che indugia con lo smartphone ma che ha un outfit elegante, e LA Venere a Roma, in bici, con dietro il Colosseo.La campagna toccherà i principali hub aeroportuali e ferroviari internazionali in particolare, d’ Europa, USA, Centro e Sud America, Cina, India, Sud Est Asiatico e Australia. La presenza di un QR code localizzato per Paese, permetterà un forte richiamo a italia.it. Inoltre dei 9 milioni ben 4 milioni saranno investiti sull’ecosistema digitale con campagne crossmediali sempre al fine di sviluppare traffico sul portale italia.it.
La Penisola punta a diventare la prima meta di preferenza al centro dei desideri dei viaggiatori internazionali con una campagna irriverente e poetica al tempo stesso. In termini di flussi turistici l’Italia chiude il 2022 con un recupero quasi totale rispetto al 2019 ancor più evidente in termini di spesa turistica internazionale.
Oltre 26 milioni spesi dai turisti internazionali in Italia nel 2022 e nello specifico da Germania (8.195 milioni di euro), Stati Uniti (4.686), Francia (3.907), Regno Unito (3566), Spagna (2332), Austria (2249), Svizzera (2115), Canada (1010), Giappone (274 mila). L’Asia rappresenta un target fondamentale per la crescita del turismo internazionale in Italia. I dati dei flussi aeroportuali ci lasciano intravedere nel 2024 il recupero della quota di turisti stranieri, al pareggio col mercato italiano.
11 Ottobre 2024