Proprio come da un poesia di Thomas Gray prima e poi dal romanzo di Thomas Hardy il titolo indica che il testo è ambientato in un posto tranquillo, lontano dal caos e dalla frenesia di luoghi affollati.
Grazie alle restrizioni che erano state imposte dalla pandemia molti hanno scoperto/riscoperto la montagna.
Abitare nella bassa bergamasca vuol dire poter raggiungere qualsiasi valle in poco più di un’ora e con il caldo estremo di questa estate il refrigerio è assicurato.
Che sia la Val Seriana o la Val Brembana o la Valle Imagna ha poca importanza, le bellezze del paesaggio e i sentieri percorribili sono davvero tanti.
Proprio in questi giorni leggevo su ‘L’Eco di Bergamo’ che le Orobie meriterebbero di entrare in un circuito turistico destinato anche agli stranieri che, con l’aeroporto di Orio a due passi e, oltre ai monti, la vicinanza di due laghi, quello di Iseo e quello di Endine, potrebbero sfruttare tutte queste meraviglie per un periodo più lungo rispetto a noi italiani che concentriamo le vacanze soprattutto in agosto.
Questa estate abbiamo scoperto Valpiana, un piccolo paese dell’Alta Val Serina, pochissima gente, silenzioso, se non fosse per i weekend quando amanti delle moto sfrecciano continuamente attirati dai tornanti che arrivano al Passo di Zambla e da lì si lanciano a capofitto per assaggiare l’ebrezza dei tornanti che li porteranno in Val Seriana. Proprio a Zambla Bassa si trovano cartelli, mai visti prima, dove si legge “Vai piano, rallenta! In questo paese i bambini giocano ancora per le strade”
Una provvidenziale ringhiera corre lungo tutto il paese di Valpiana ( più o meno 1 km) e quì spesso trovano appoggio i pochi villeggianti piuttosto anziani; li guardo e istintivamente faccio dei paragoni: mi sembra di camminare ancora bene, mi sembra di avere più resistenza, mi sembra di non avere ancora bisogno della ringhiera, mi sembra…, mi sembra. Se l’istinto mi dà delle impressioni, la ragione mi dice che è sempre così difficile accettare il proprio processo di invecchiamento, rassegnarsi al decadimento psicofisico e mi viene in mente mio padre che già stanco, vecchio e ammalato non ha mai accettato di andare a fare una partita a carte al centro anziani.
Alla domanda ” Perché? ” , la sua risposta era inequivocabilmente “perché sono tutti vecchi”.
Per darmi coraggio preparo i miei bastoncini da trekking e con le nostre guide fidate, Anna e Federico, partiamo per sentieri che ci faranno conoscere i dintorni del Monte Alben.
Mentre lacrime di sudore, non gocce, scendono sul viso e lungo tutto il corpo e provo meraviglia nel vedere che i bastoncini, che dovrebbero essere usati solo per darsi una spinta, non si siano ancora spezzati nonostante reggano il peso del mio sforzo, sento alle spalle balzi veloci e leggeri. Mi dicono che sono gli atleti che si allenano per partecipare alla Skymarathon del 4 settembre, la gara è conosciuta con il nome MAGA ovvero le quattro cime dei dintorni: Monti Menna m 2300, Arera m 2512, Grem m 2049 e Alben m 2019. Non é un caso che parlando della gara si dica Skymarathon, per quattro volte i partecipanti dovranno salire correndo in “cielo” e scendere e risalire su un altro monte; noi tifiamo per Alberto, il nostro vicino.
Quando sono in giro per Valpiana mi accorgo di essere molto attratta dai depositi di legna che ogni casa o piccolo condominio accumula all’esterno; però il verbo accumulare, che in sé dà l’idea di cose messe a casaccio, non rende per niente giustizia ai capolavori di incastro che si vedono per strada, alcune volte si riesce perfino a ricavare un piccolo vano tra un tronchetto e l’altro per mettere un vaso di fiori.
Fosse per me porterei queste cataste nei musei perché degne di vere e proprie installazioni artistiche.
Spesso in paese si vedono volontari che portano a spasso o al bar per un gelato o una bibita delle persone che sembrano avere dei problemi; vengo a sapere che Valpiana è una delle sedi della Comunità Psichiatrica La Bonne Semence 2 che è stata la prima struttura lombarda completamente dedicata all’accoglienza di pazienti provenienti dagli OPG (ospedali psichiatrici giudiziari).
Ma veniamo al cibo, in questo paese si può organizzare un pranzo in quattro e quattr’otto a km -1; a circa 500 metri da casa, alla Cooperativa Contatto ONLUS si possono acquistare casoncelli, tagliatelle e biscotti fatti a mano. La Cooperativa ha come obiettivo l’inserimento sociale, abitativo e lavorativo di giovani che vivono in situazioni di fragilità. Sulle confezioni dei loro prodotti si legge:” La vita va gustata ogni giorno. Scegliendo Con Cuore acquisti un alimento gustoso di grande qualità e compi un atto di solidarietà nei confronti di persone svantaggiate”.
Per condire i casoncelli ci vogliono burro, salvia e pancetta; di fronte casa, su una dolce collinetta verde c’è l’Azienda Agricola Ignazio Carrara, in agosto si possono fare acquisti solo nel fine settimana perché le circa 100 vacche di Razza Bruna Alpina Originale sono ai pascoli dei Laghi Gemelli e serve l’aiuto di tutta la famiglia per preparare i formaggi di alpeggio. Quando siamo andati una domenica mattina abbiamo visto decine di campanacci appesi in alto sulle porte, una sorta di riconoscimento per le numerose partecipazioni alle fiere e per i premi ricevuti; abbiamo trovato un articolo del 7 marzo 2022 su ‘prima Bergamo’ dove leggiamo che Desy, 7 anni, dell’Azienda di Ignazio Carrara è stata eletta la vacca Bruna più bella d’Italia alla Fiera Nazionale di Verona e alle sue spalle si è piazzata Dama , che altri non è che la figlia di Desy.
Abbiamo comprato di tutto: formaggi più o meno stagionati, anche un pezzo di taleggio così duro da poter essere grattuggiato, burro, bresaola, cacciatori e salamelle di manzo.
E per completare il pranzo un ricco vassoio di polenta taragna ordinato al ristorante Luisella, per gli ospiti più esigenti anche le famose costine alla brace della Ca’ di Zöcc da dove partono tanti sentieri che aiutano a digerire.
Sono molto belli e interessanti i dintorni di Valpiana: lungo i sentieri dell’anello di Serina abbiamo trovato cartelli con l’indicazione Via Mercatorum, quei sentieri percorsi dai mercanti nel Medioevo e che collegavano Bergamo con la Val Brembana e la Val Seriana.
Non potevamo non andare a vedere il ponte tibetano di Dossena, chiamato il ‘Ponte Nel Sole’; abbiamo fatto belle foto e gli amici credono che lo abbiamo attraversato per il gusto di vivere l’ebbrezza del rischio e fare il pieno di adrenalina, in realtà non abbiamo trovato il coraggio, avevo letto che l’accessibilità è solo per persone aventi buone condizioni psicofisiche e allora nel dubbio abbiamo preferito non rischiare.