Olio, Caffè, Cioccolato. Tre experience da cui non si torna indietro

tra experience copertina bocca Giuditta Caravaggio

Per quasi tutti gli alimenti, non solo per il vino o il formaggio, è possibile un’esperienza sensoriale. Questa serve a capire l’alimento, a creare un termine di paragone. E, riconosciuta la bontà, a non tornare più indietro. Facciamo l’esempio dell’olio, del caffè, del cioccolato – le tre experience del titolo.

Poche gocce d’olio, un universo

tre experience pane e olio

Accettiamolo, quando siamo fuori e ce lo offrono su un pezzo di pane: pane e olio è un grande gesto ospitale. 

Ma chiediamo anche di poterlo assaggiare in purezza, su un cucchiaino o in un bicchierino da riscaldare tra le mani. Non c’è niente di più bello che poter annusare questo sorso d’olio extravergine cercando confronti nella memoria (ve ne offro quattro facili: ricorda il carciofo, il pomodoro, la mandorla, un prato d’erba?) e poi berlo facendo passare l’aria tra i denti e cercando il nome del gusto (è lo stesso del profumo, è un altro?) e capire se pizzica. 

In poche parole ho sintetizzato i passaggi dell’assaggio: scalda, annusa, strippa, gusta. E i pilastri della descrizione sensoriale di un olio: fruttato, amaro, piccante.

È un invito a scoprire, assaggiare, regalare, condividere l’olio extravergine anche quando costa un po’ di più. Perché ne basta meno. In poche gocce d’olio c’è un universo. Un posto (non il solo) dove comprare oli del nuovo raccolto, super selezionati e spiegati bene?  Qui.

Caffé che ti portano lontano

C’è il caffè della macchinetta, quello della moka di tutti i giorni, il solito al bar. E ci sono gli specialty coffee, veri e propri doni preziosi che vengono da lontano e portano altrettanto lontano. Diversi come sono, con uno spettro aromatico super ampio, meritano anche di essere assaggiati in diverse modalità di estrazione – non solo espresso.

Esempio, lo specialty Beija Flor (in portoghese, il nome del colibrì) nuovo caffè monorigine panamense coltivato in alta quota e offerto da 1895 Coffee Designers by Lavazza in edizione limitata per tutto il periodo delle feste natalizie fino al 12 gennaio negli spazi lussureggianti del temporary concept store di Vincenzo Dascanio in via Verri 5 a Milano ribattezzato Palazzo Magia.

Questo Beija Flor è molto floreale e con sentori di mango e maracuja. Ogni assaggio è una sorpresa, perché può anche essere un pairing. Ne racconto tre. 

Sorpresa #1 > in calice, estratto a freddo in concentrazione 1:10 è dissetante. Perfino gastronomico. Regge bocconcini salati.

Sorpresa #2 > in bicchierino, in concentrazione 1:5 è come un liquore da dolce. Pairing macarons.

Sorpresa #3 > in tazza, estratto a caldo è il livello superiore del più confortante caffè con fetta di panettone (classico).

Ergo, per tornare vicini alla tradizione si possono fare larghi giri oltreoceano e tornare con i sensi più stimolati. La cosa che mi ha incuriosita di più è il potenziale del caffè servito durante un pasto salato. Ecco una delle funzioni principali degli specialty coffee! Sconfinare.

From bean to bar nella fabbrica del cioccolato di Enrico Rizzi

Enrico Rizzi fabbrica cioccolato lavorazione fave cacao

From bean (dalla fava di cacao) to bar (alla tavoletta di cioccolato). 

Questa è l’esperienza diretta che vale la pena di fare e/o di regalare nella fabbrica del cioccolato di Enrico Rizzi in via Gian Giacomo Mora 18 a Milano. Lì, per avere un’idea dell’origine delle fave di cacao raccolte, poi fermentate ed essiccate in loco, si va virtualmente in una piantagione peruviana con un video immersivo bellissimo. 

Ma per vedere questo raccolto attraversare i macchinari del laboratorio e diventare granella, poi massa o liquore di cacao e poi cioccolato vellutato e infine tavoletta ci sono vere e proprie visite guidate di un’ora. Ogni experience termina con una degustazione del cibo degli dei. La più bella (vero best seller) anche con vino dolce.

Enrico Rizzi fabbrica cioccolato degustazione tavolette

Anche il cioccolato si degusta con tutti i sensi, perfino con l’udito. Perché una tavoletta perfetta si spezza con un rumore secco, netto e definito. Snap!

Doppio promemoria finale: punto 1. assicuratevi di assaggiare diversi grand crus – sarà senz’altro così, il confronto è un crescendo – e anche una tavoletta con infusioni di spezie. Vi soprenderà. E punto 2. Enrico Rizzi compone anche cioccolati personalizzati dalla formulazione unica per clienti privati e grandi clienti nel settore ricettivo. Letteralmente delle cuvées, come accade nel mondo degli Champagne. 

I cioccolati di Enrico Rizzi sono in vendita poco lontano, insieme ad altre tentazioni come praline e macarons, nel negozio di via Cesare Correnti 5.

P.S. finale

Che sia olio, caffè o cioccolato, certe esperienze del gusto sono irreversibili. Dopo averle fatte, si diventa molto più attenti. Ed esigenti. Può valerne la pena.

[Immagini: dei rispettivi canali ufficiali e credits a Guido Valdata per la foto di Enrico Rizzi. Collage: iPhone di Daniela]

Daniela Ferrando