La Taskita, la cucina come linguaggio di confine

La Taskita, la cucina come linguaggio di confine

Ogni cucina racconta una storia, ma ci sono luoghi che trasformano il racconto in dialogo, superando i confini e creando un nuovo lessico gastronomico. La Taskita, ad Alassio, è uno di questi luoghi. Guidata dalla chef colombiana Briggith Otero Moreno, propone un menu che porta in tavola l’idea di cucina come territorio in movimento, un atto di traduzione culturale e sensoriale.

Il progetto nasce da viaggi e osservazioni: dalla Spagna, dove la tradizione incontra da anni influenze globali senza perdere la sua identità, alla Liguria, terra di radici e aperture. In questo incrocio prende forma una filosofia che non riconosce la rigidità delle categorie classiche – antipasti, primi, secondi – ma costruisce un percorso fluido, dove ogni piatto è un’unità autonoma e insieme parte di un racconto più ampio.

Il nuovo menu è il manifesto di questa visione. La memela al plancton, il ceviche di ricciola con leche de tigre di mela e yuzu, le busiate con salsa XO e gamberi o i bucatini al curry verde e carciofi sono tappe di un itinerario che unisce continenti, facendo emergere affinità inattese. Il waffle di pandebono con tartare di black angus, pere fermentate, nocciole e tartufo nero diventa simbolo di un dialogo tra Colombia e Italia: un piatto che non appartiene più a una geografia precisa, ma a un nuovo spazio di incontro.

Accanto al cibo, la mixology assume un ruolo complementare: cocktail pensati come estensioni dei piatti, capaci di amplificarne i significati attraverso ingredienti e tecniche provenienti da Sud America, Asia ed Europa. Anche la carta dei vini partecipa a questa narrazione, con etichette locali e internazionali che accompagnano senza imporre.

La Taskita non si limita a proporre un’esperienza gastronomica, ma riflette un pensiero: quello di una cucina che è gesto culturale, espressione identitaria e allo stesso tempo strumento di apertura. La brigata tutta al femminile, guidata da Briggith, ne è la prova concreta. Lavorare insieme diventa esercizio di sintonia e trasmissione di conoscenze, un laboratorio in cui le materie prime vengono trattate con rispetto e al tempo stesso liberate da ogni vincolo tradizionale.

Alassio, città storicamente votata al turismo, trova in La Taskita un elemento di rottura e di rigenerazione: un luogo che attira non solo visitatori internazionali, ma anche un pubblico locale curioso, pronto a uscire dalle consuetudini. Non è un semplice ristorante, ma un punto di incontro in cui si allena la capacità di guardare oltre i confini, anche a tavola.

In un’epoca in cui globalizzazione e identità sembrano talvolta in conflitto, La Taskita mostra una terza via: la contaminazione come atto creativo, la cucina come linguaggio comune. Sedersi a uno dei suoi tavoli significa entrare in questo dialogo, partecipare a un racconto che si rinnova a ogni piatto, in ogni stagione.

Indira Fassioni