Il Barolo, vino che da sempre racconta la profondità delle Langhe, si è fatto in questi giorni ambasciatore di un messaggio più ampio: quello del dono. La quinta edizione di Barolo en Primeur, ospitata al Castello di Grinzane Cavour, ha superato la soglia del milione di euro raccolti in beneficenza, scrivendo un nuovo capitolo di una storia che intreccia eccellenza enologica e responsabilità sociale.
Dal 2021 a oggi, questo progetto ha saputo crescere costantemente: dai 666.000 euro della prima edizione agli oltre 1,1 milioni di quest’anno, per un totale che in cinque edizioni supera i 4,5 milioni destinati a più di cento progetti sociali e culturali. È un modello virtuoso di filantropia territoriale che ha saputo parlare al mondo.
L’asta, condotta da Christie’s in collegamento con New York e Londra, ha messo in vendita 14 barrique di Barolo Gustava, ognuna vinificata singolarmente dall’enologo Donato Lanati per esprimere l’identità unica di ogni parcella. Si tratta di botti che daranno origine, dopo i 38 mesi di affinamento richiesti, a bottiglie irripetibili. Accanto a queste, otto lotti comunali con 914 bottiglie hanno testimoniato la forza corale delle oltre 80 cantine del Consorzio.
Non si tratta soltanto di vino, ma di un progetto che guarda lontano. I fondi raccolti finanzieranno borse di studio, interventi di recupero del patrimonio, programmi di ricerca medica, iniziative per l’inclusione sociale e il sostegno alle famiglie in difficoltà.

“È straordinario vedere come Barolo en Primeur cresca anno dopo anno, diventando non solo un evento enologico di riferimento, ma un vero e proprio simbolo di solidarietà e partecipazione collettiva”, così Giuliano Viglione, Presidente di Fondazione Donare ETS. “I risultati di questa quinta edizione lo confermano: Barolo en Primeur è ormai un appuntamento cardine del calendario della solidarietà italiana e internazionale, riconosciuto e atteso da chi crede che il vino possa essere un veicolo di bene, di cultura e di sviluppo. Il valore di questo progetto risiede nella sua capacità di unire il territorio a una visione globale: le Langhe restano il cuore pulsante, ma i benefici si estendono ben oltre i confini locali, generando opportunità concrete per le persone e le comunità. È un modello virtuoso di filantropia territoriale che parte da un grande vino, ma arriva molto più lontano, costruendo relazioni, fiducia e futuro”.
L’edizione 2025 introduce anche un elemento innovativo: ogni bottiglia sarà certificata attraverso il tag digitale NFC, che consente a chi la possiede di verificarne l’autenticità, tracciabilità e perfino seguire in tempo reale la Vigna Gustava grazie a una webcam dedicata.
Il gesto del dono, in questo caso, si arricchisce di una dimensione artistica: l’etichetta di quest’anno, firmata da Giulia Cenci, con il suo autoritratto ibrido a matita, riflette sulla metamorfosi e sul nutrimento. Arte e vino si incontrano, entrambi strumenti di trasformazione.
Barolo en Primeur è dunque molto più di un evento enologico. È un laboratorio di futuro, dove la cultura del vino diventa strumento per generare fiducia, legami e nuove possibilità. Un patrimonio immateriale che dalle colline piemontesi si apre al mondo, portando con sé il significato più autentico del dono e della solidarietà.
