Fra le arti cosiddette minori c’è anche la filatelia ad annoverare firme importanti accostate a quelle di tecnici del Poligrafico noti per l’indiscussa alta qualità incisoria nella trasposizione-riduzione dei disegni loro forniti.
Ecco che, almeno per diverse decine di anni del Regno d’Italia, troviamo incisori come F. Matraire, G. Ferraris, J.F. Joubert de La Fertè, L. Bigola, E. Repettati e soprattutto il figlio di quest’ultimo, Alberto, che affiancheranno artisti del calibro di Giacomo Balla, Bruno Bramanti, Antonino Calcagnadoro, Duilio Cambellotti, Francesco Chiappelli, Giulio Cisari, Giovanni Costantini, Adolfo De Carolis, Edoardo Del Neri, Angelo della Torre, Florestano Di Fausto, Vittorio Grassi, Giovanni Guerrini, Guido Marussig, Paolo Antonio Paschetto, Augusto Sezanne, Aleardo Terzi..
Si tratta di artisti che vengono dal mondo delle arti, delle arti applicate, dell’architettura, della scenografia e soprattutto dal mondo dell’editoria, alcuni dei quali coinvolti anche nella progettazione dell’intera architettura del libro, come negli apparati illustrativi che, a volte, proprio per le contenute dimensioni, possono avvicinarsi di più a quella dei francobolli e degli erinnofili.
Cito fra tanti Augusto Sezanne (1856-1935) che firmerà un francobollo della serie emessa per commemorare il Cinquantenario dell’Unità d’Italia ed Esposizioni di Roma e Torino, emessa il 1° maggio 1911.
L’incisore sarà il citato Alberto Repettati.
Sezanne, veneziano d’adozione, un anno dopo, fornirà anche il bozzetto per i due valori della serie Inaugurazione del ricostruito Campanile di San Marco a Venezia, emessa il 25 aprile 1912, il giorno di S. Marco, patrono di Venezia, venduta solo negli uffici postali del Veneto e valida unicamente per l’Italia, legata al progetto di ricostruzione del campanile che era crollato il 14 luglio del 1902, date che compaiono, molto evidenti, nel francobollo.
Dell’artista va segnalato il suo preziosismo bizantino e la scelta dei simboli adottati, legato com’era l’artista ai motivi dell’idealismo nazionalistico nella sua evidente accezione dannunziana.
Sezanne sceglie vari elementi simbolici per celebrare il cinquantenario dell’unificazione nazionale, unendo Torino a Roma attraverso i loro simboli del toro e della lupa, rispettivamente, che colloca nell’elsa della spada, citando alcuni motivi nazionalistici di fonte dannunziana come la spada che simboleggia il popolo italiano sulla cui lama è incisa la frase “Cinquantenario del Regno d’Italia”, disposta fra le palme della vittoria, e il braccio teso che la impugna, il tutto impaginato secondo una rigida simmetria centrale che fa apparire il francobollo molto vicino ad un emblema araldico. Molto diversa è invece la grafica della serie emessa per commemorare l’inaugurazione del ricostruito campanile di San Marco, a Venezia.
La diversità accennata deriva dalle diverse anime della cultura artistica di Sezanne che, oltre ad essere vicine all’idealismo dannunziano, per formazione e frequentazione degli ambienti dell’èlite culturale prima di Bologna, poi di Venezia, si colloca in uno stile naturalistico di pittura di paesaggio, attento anche alla sua dimensione architettonica, essendo architetto di ampia esperienza.
Ecco che allora l’architettura si invera nel paesaggio urbano, caratterizzato dal campanile ricostruito, dov’era e com’era, collocando in primo piano le cupole della Basilica di S. Marco e sullo sfondo la città con altre cupole, la cui immagine si perde all’orizzonte lagunare dietro la cupola della Salute.
Augusto Sezanne ( 1856-1935) un artista anche filatelico tra preziosismo bizantino e idealismo nazionalistico
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1 Gennaio 20241 Gennaio 2024
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