Un pomeriggio, al Pastificio Bondi, ho assistito a una lezione di vita indimenticabile. Quattro ragazzi speciali, con la sindrome di Down, mi hanno accolto con un’energia contagiosa e una sincerità disarmante. Mentre raccontavano le loro storie, ho sentito crescere dentro di me un’ammirazione profonda per la loro forza d’animo e la loro gioia di vivere. La loro passione per lo sport e l’affetto che li legava erano commoventi. Ho capito che la vera disabilità non è fisica, ma risiede nei pregiudizi e nell’incapacità di accogliere la diversità. Grazie a questa esperienza, ho imparato che la felicità si trova nei piccoli gesti quotidiani e nell’importanza di costruire relazioni autentiche.
Conoscere il significato di queste parole significa imparare a conoscere meglio la realtà di tantissime persone che sono state purtroppo limitate da questa vita terrena da una azione fisica e talvolta di apprendimento.
Si è soliti dire che un handicappato o un disabile ha dei limiti, il che spesso non è assolutamente vero.
Sono errori che noi che ci consideriamo “normali” facciamo e di cui ci dovremmo letteralmente vergognare.
Per cui sono termini che rifiuto in maniera assoluta e se proprio devo fare una distinzione mi limito a dire “diversamente abili”.
Sono profondamente convinta che le disfunzioni siano a livello sociale e che questa società cperfetta rifiuta in quanto non sensibile al problema e che l’uno è speculare all’altro, ovvero si diventa handicappati là dove non si riesce a risolvere la disabilità.
Ieri, 3 Dicembre 2024, senza saperlo, è stata la Giornata Internazionale della “Disabilità”.
Credo che la cosa che ho vissuto con il Pastificio Bondi non fosse stata programmata per questa ricorrenza, ma il caso ha voluto che lo diventasse.
Mi ha fatto vivere un’esperienza unica.
4 ragazzi speciali con la sindrome di Down saranno i nuovi protagonisti delle “Storie delle nonne di Bondi”.
Questi 4 ragazzi, Alessandro, Claudia, Mattia e Giada, mi hanno dato una lezione di vita che mi porterò nel cuore.
Carichi di essere i protagonisti e mettere le mani in pasta, si sono raccontati senza nessuna riserva o sollecitazioni della loro vita privata, sportiva e famigliare.
Storie diverse di impegno sociale che ha visto in primis la famiglia chiedere aiuto e sostegno. Trovarlo non è sempre facile, ma la giornata di ieri mi ha dimostrato che se si vuole si può.
Questa solidarietà io la conosco abbastanza bene, ma troppo spesso viene dal privato.
Il pastificio Bondi, azienda di Ferrara che produce pasta fresca, sponsorizza diverse società sportive principalmente in città. Sensibili al sociale, oggi sponsorizza la Squadra “Baskin” di Ferrara che fa parte della scuola Basket dello scorso anno.
Il “Baskin” ha lo scopo di integrare persone normodotate e persone diversamente abili attraverso lo sport.
Molto importante specificare che possono integrarsi ragazzi con qualsiasi tipo di disabilità e che ci sono ragazzi che giocano in carrozzina e che hanno un ruolo attivo nel gioco.
Alcuni giorni fa un amico mi ha chiesto se io sono credente.
Gli ho risposto che credo “Negli uomini di buona volontà” e ieri ne ho visto tanti di uomini di buona volontà.
Immediata è stata l’empatia che è scaturita immediatamente in simpatia.
Tutti si sono raccontati nelle loro storie di sport ed orgogliosi di quello che riescono a fare in campo.
La cosa che più mi ha colpito è stato il senso che hanno l’uno verso l’altro della parola “Amicizia”, me l’hanno spiegato con parole semplici ma con una carica emotiva che mi ha commosso.
Ho letto fra le righe delle loro parole che loro “Fanno Squadra anche in questo senso”.
Cosa significa questo?
Mi è parso molto chiaro.
Sono consapevoli di essere persone diverse ma che facendo squadra diventano migliori di tanti altri e lo dimostrano ogni giorno con l’educazione prima data dalla famiglia poi “Accogliendo loro questa società che si definisce normale ma che nei fatti non lo è”.
Al termine delle riprese mi sono presa cura di loro cucinando i cappellacci di zucca e le tagliatelle.
Una mamma mi si è avvicinata e mi ha detto “Grazie per questa esperienza”. Ho tre figli ma il mio orgoglio è Alessandro e ne vado fiera. Ho lavorato tanto ma i risultati sono arrivati, vado orgogliosa di tutti ma lui è veramente un figlio speciale.
Mi sono commossa e la mia normalità mi è sembrata così vuota, così sterile, così inutile.
Grazie Pastificio Bondi per essere così sensibile a questi problemi e grazie al Ristorante al Giardino Di MATTIA nella persona di Mattia che ci ha accolto con calore, disponibilità e che ci ha permesso di vivere come in una famiglia allargata un pomeriggio indimenticabile.