Il Trigabolo, la Storia di un Sogno e di una Tavola Indimenticabile dove Giacinto Rossetti, un sognatore con un palato raffinato, è l’anima del Trigabolo, dove la sua passione per il buon cibo e per i vini pregiati lo porta a creare un luogo magico, dove la cucina diventa un’esperienza unica.
Nel cuore della provincia ferrarese, a Argenta, nel 1975, un’intuizione geniale trasformò una semplice pizzeria in un mito dell’alta cucina italiana. Giacinto Rossetti, un rappresentante di giocattoli con una passione sfrenata per il buon cibo e il vino, acquistò il locale, destinato a diventare un punto di riferimento gastronomico senza precedenti.
Una squadra vincente: Corelli, Barbieri e gli altri
Alla guida della cucina, Rossetti scelse un giovane talento, Igles Corelli, affiancato da un altro nome destinato alla celebrità: Bruno Barbieri. Completavano la squadra Bruno Gualandi, un pasticcere innovativo, e Bruno Biolacati, un maître dalla personalità unica. Insieme, diedero vita a una sinergia creativa che rivoluzionò il panorama gastronomico italiano.
Una cucina che racconta un territorio
La cucina del Trigabolo è un inno alla tradizione e alla semplicità. I prodotti locali, le spezie pregiate e la cacciagione di qualità sono gli ingredienti di piatti indimenticabili, capaci di emozionare anche i palati più esigenti.
Una cantina da sogno
La cantina del Trigabolo è una vera e propria perla. Rossetti, con la sua infinita passione, riesce a mettere insieme una collezione di vini unica al mondo, con etichette rare e pregiate che raccontano la storia del vino italiano e internazionale.
Leggenda di una tavola
Il Trigabolo è molto più di un ristorante: è un luogo dove la passione per il cibo si trasforma in un’esperienza indimenticabile. Un’atmosfera accogliente e familiare, un servizio impeccabile e una cucina d’eccellenza hanno fatto del Trigabolo una leggenda.
Il successo e la leggenda
Il successo del Trigabolo fu fulminante. Tre stelle Michelin, un riconoscimento che consacrò definitivamente questo luogo come un’icona della gastronomia mondiale. Anche dopo la sua chiusura, avvenuta nel 1993, il mito del Trigabolo continuò a vivere, alimentato dai ricordi di chi vi aveva mangiato e dall’ammirazione di tutti coloro che apprezzano l’alta cucina.