Duilio Cambellotti e il Palazzo dell’Acquedotto Pugliese: la mostra
Duilio Cambellotti e il Palazzo dell’Acquedotto Pugliese. La mostra “Duilio Cambellotti. Le grazie e le virtù dell’acqua”, che si tiene proprio nelle sale del Palazzo dell’Acquedotto Pugliese, è nata per celebrare il primo centenario dell’arrivo dell’acqua in Puglia (1915-2015) e come omaggio all’artista che decorò il Palazzo. La mostra, lontana dai più conosciuti circuiti delle mostre italiane, ci fa scoprire un capolavoro liberty-decò dell’artista Duilio Cambellotti.
Le opere
Le opere esposte sono costituite da dipinti, disegni, illustrazioni, sculture tra cui si ricorda la celebre “Fonte della Palude” e ancora ceramiche, terrecotte, vetrate, mobili e quaranta bozzetti preparatori eseguiti per il Palazzo dell’Acquedotto.
Duilio Cambellotti, l’uomo e l’artista
Duilio Cambellotti (Roma, 10 maggio 1876 – Roma, 31 gennaio 1960) è stato incisore, xilografo, pittore, vetratista, scenografo, architetto, decoratore, arredatore, designer, grafico, cartellonista pubblicitario, progettista di suppellettili, oggettistica e componenti d’arredo, scultore, ceramista e illustratore. Per questo motivo è considerato uno degli esempi più validi in Italia dell’Art Nouveau, che ha caratterizzato l’Europa tra la fine del XIX secolo e il primo decennio del Novecento.
Egli era in effetti un artista poliedrico, capace di spaziare dalla pittura alla ceramica al design di mobili. Fu anche scenografo e costumista per il teatro. Lavorò per quarant’anni tra il Teatro Stabile e l’Opera di Roma, il teatro all’aperto di Ostia antica e il Teatro Greco di Siracusa, realizzando alcuni spettacoli memorabili come “La Nave” di Gabriele D’Annunzio del 1907. La sua natura di artista lo portò a lavorare anche nel cinema, realizzando scenografie, costumi e cartelloni per diversi film.
Duilio Cambellotti e il Palazzo dell’Acquedotto Pugliese
Il progetto del palazzo
Il palazzo venne eretto tra il 1927 e il 1932 per dare una sede amministrativa, tecnica e di rappresentanza all’Ente Autonomo Acquedotto Pugliese. Il Palazzo dell’acqua rappresenta un monumento alla storica conquista dell’acqua, risorsa di cui la Puglia era sempre stata carente. Un grande progetto realizzato: portare l’acqua buona in Puglia. Grazie alla collaborazione delle popolazioni dell’Irpinia e della Lucania, l’arrivo dell’acqua in puglia ha contribuito a rendere produttiva una terra cronicamente assetata e a migliorare le condizioni di vita dei suoi abitanti.
Per la progettazione dell’edificio, l’Ente si rivolse nel 1924 all’ingegnere Cesare Vittorio Brunetti. La struttura in cemento armato, tra le prime nella città di Bari, fu progettata però da Michele Salvati un altro ingegnere dello stesso Ente. Il progetto esecutivo – dell’importo complessivo di 5 100 000 lire – fu appaltato nel 1927 e affidato alla ditta Provera Carrassi e C. di Roma. L’edificio, disposto su quattro piani e comprensivo di sotterranei, fu terminato nel 1932. Nel 2000 il primo piano del palazzo è stato trasformato per consentire l’apertura di un museo della Storia dell’Acquedotto Pugliese, una sala conferenze e una biblioteca con archivi multimediali e fotografici. Nella porzione restante continuano ad essere ospitate la presidenza di Acquedotto Pugliese S.p.A. e una parte degli uffici amministrativi.
Le decorazioni di Duilio Cambellotti
Le decorazioni del palazzo furono affidate a Duilio Cambellotti che per il suo lavoro impiegò le maestranze di ditte specializzate locali e non. Tutto l’edificio è un “monumento all’acqua”, un palazzo che ricorda un castello sia nelle decorazioni sia negli arredi. Gli ornamenti ricchi di archi, tipici degli acquedotti, linee ondulate, anfore e donne che portano brocche, richiamano in maniera insistente il tema dell’acqua quale simbolo di vita.
Duilio Cambellotti e lo stile architettonico del Palazzo dell’Acquedotto Pugliese
Lo stile architettonico si integra perfettamente con la tradizione locale che nel palazzo trova la massima espressione. Oltre ai materiali utilizzati ci sono moltissimi riferimenti stilistici decorativi ispirati ai più famosi monumenti architettonici della regione. La pietra di Trani utilizzata per il rivestimento esterno era lavorata dagli abili scalpellini locali. La loro opera è visibile nei dettagli scolpiti sui capitelli, nelle iscrizioni delle bifore e sui balconi. Alla facciata bugnata e dall’aspetto severo si contrappongono gli interni tardo-liberty, disegnati da Duilio Cambellotti. Il tema dominante è quello dell’acqua, che viene proposto nei grandi affreschi della Sala del Consiglio, nei pavimenti, negli intarsi in legno e madreperla degli oltre 140 pezzi del mobilio.
Il genio artistico di Duilio Cambellotti nel Palazzo dell’Acquedotto Pugliese
Cambellotti si adoperò non solo sul progetto delle facciate del palazzo, ma progettò anche ogni particolare degli interni. Curò il disegno architettonico degli ambienti più rappresentativi del primo piano e dell’appartamento del Presidente al secondo e nei quali è autore della decorazione pittorica, dei pavimenti, degli arredi, completati dagli apparecchi di illuminazione, i tappeti e addirittura delle maniglie.
L’attenzione ai dettagli è estrema, piccole maniglie a forma di rondine stilizzata oppure intarsi in madreperla che rappresentano un fiume che scorre. Il tema che percorre tutta la decorazione è infatti l’acqua, non solo come elemento naturale, ma anche come celebrazione della costruzione dell’acquedotto in Puglia. Cambellotti utilizza alcuni temi a lui cari. I cavalli, le fontane, il lavoro femminile sono i soggetti che adatta perfettamente al luogo prendendo ispirazione anche dal romanico pugliese.
Il Palazzo di Acquedotto Pugliese di Bari presenta una ricca galleria di dipinti murali, di sculture, di mobili e altre forme decorative. In tutto, dai soffitti ai pavimenti, dalle porte alle finestre, dalle pitture alle sculture per le pareti, dai mobili ai soprammobili, alle vetrate, ai tappeti, all’illuminazione, agli ascensori si ritrova il genio artistico di Cambellotti. L’edificio, completato anche nelle decorazioni, salvo alcuni dettagli dell’appartamento presidenziale che furono ultimati nel 1934, non ebbe – come meritava – una inaugurazione ufficiale. L’opera rimane un esempio di creazione artistica con un unico tema dominante: l’acqua.
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