Le fotografie di Sergio Coppi tornano a Terni dopo dieci anni dalla scomparsa

Le fotografie di Sergio Coppi tornano a Terni dopo dieci anni dalla scomparsa

Dal 19 giugno al 31 luglio 2025, Terni si prepara ad accogliere una mostra fotografica che promette di riportare alla luce il talento e la sensibilità di uno dei suoi figli più rappresentativi nel panorama della fotografia contemporanea.

Un percorso espositivo diffuso nel territorio

La mostra “Sergio Coppi fotografo ambulante” si svilupperà attraverso tre diverse location che abbracceranno tanto il centro urbano quanto la suggestiva frazione montana. Sergio Coppi, nato nel 1945 a Roma ma cresciuto in Umbria, ha raccontato per decenni vicende, personaggi e ambienti della città dell’acciaio, documentando con il suo obiettivo una realtà urbana e sociale in continua trasformazione.

Le sedi prescelte per l’allestimento includono la Chiesa di Sant’Angelo di Cesi, la Sala Apollo e Dafne di Palazzo Carrara di Terni e la Chiostrina della Biblioteca Comunale di Terni. Questa distribuzione territoriale permette ai visitatori di intraprendere un vero e proprio itinerario fotografico che si snoda tra luoghi di culto, spazi istituzionali e centri culturali.

Un fotografo oltre il reportage tradizionale

L’esposizione presenta una selezione accurata di immagini che attraversano l’intera carriera artistica dell’autore ternano. Le fotografie di Sergio Coppi si distinguono per una caratteristica particolare: non si configurano mai come semplici documenti di cronaca o reportage giornalistico, ma rappresentano “brani di un vissuto intensamente partecipato e condiviso”.

Tra gli scatti realizzati con la sua Nikon anche quelli a Emilio Greco, Renato Guttuso e Giorgio De Chirico, testimoniando la sua capacità di muoversi con naturalezza anche negli ambienti dell’arte contemporanea. La sua fotografia ha saputo raccontare tanto il quotidiano quanto i momenti più significativi della vita culturale italiana.

La fotografia come esigenza esistenziale

Ciò che caratterizza il lavoro fotografico di Sergio Coppi è l’approccio profondamente personale al medium. La sua non è stata mai una scelta professionale nel senso tradizionale del termine, ma piuttosto una “esigenza esistenziale” che lo ha portato a interpretare il mondo circostante attraverso l’obiettivo della sua macchina fotografica.

L’arte di Sergio Coppi ha attraversato i decenni con mille sfaccettature, raccontando le persone comuni, le città, le piazze, gli spettacoli, la politica, la vita fuori e dentro le case, così come i volti di interpreti della musica e di tante altre arti. Questa varietà tematica testimonia la sua curiosità intellettuale e la sua capacità di cogliere l’essenza dei soggetti ritratti.

Il collegamento con il progetto di rigenerazione dei borghi

La mostra si inserisce nell’ambito del progetto “PAZ /// Esperienza Cesi. La Comunità tra pensiero e azione”, finanziato dal PNRR M1C3 – Intervento 2.1 – Attrattività dei borghi storici. Questa iniziativa rappresenta una delle azioni concrete per valorizzare il patrimonio culturale e sociale dei piccoli centri storici, contribuendo alla loro rigenerazione attraverso proposte culturali di qualità.

Il coinvolgimento della frazione di Cesi nell’allestimento espositivo non è casuale: il borgo montano rappresenta uno degli esempi più significativi di come la cultura possa diventare strumento di valorizzazione territoriale e di attrattività turistica.

Un decennale da ricordare

Sergio Coppi è morto nel 2015 dopo una lunga malattia, lasciando un vuoto importante nel panorama fotografico umbro e nazionale. Come si definiva lui stesso, era il ‘fotografo ambulante’, una definizione che racchiude perfettamente il suo modo di intendere la fotografia: non statica, non legata a uno studio o a commissioni specifiche, ma costantemente in movimento alla ricerca di storie da raccontare.

La mostra del 2025 rappresenta quindi un’occasione importante per riavvicinare il pubblico al suo lavoro e per far conoscere alle nuove generazioni un artista che ha saputo documentare con sensibilità e intelligenza i cambiamenti sociali e culturali del suo tempo.

Informazioni pratiche per i visitatori

L’inaugurazione è fissata per giovedì 19 giugno 2025, mentre l’esposizione rimarrà visitabile fino al 31 luglio 2025. La distribuzione su tre sedi diverse offre ai visitatori la possibilità di organizzare la visita secondo i propri tempi e interessi, potendo scegliere se concentrarsi su una singola location oppure completare l’intero percorso espositivo.

La presenza della Chiesa di Sant’Angelo di Cesi tra le sedi espositive aggiunge un elemento di particolare fascino all’iniziativa, permettendo di coniugare la fruizione artistica con la scoperta di uno dei borghi più suggestivi del territorio ternano.

In una brevissima presentazione, con la sua consueta icastica immediatezza, Coppi ha scritto: “Non c’è confine tra la mia vita e il mio lavoro. Faccio foto quasi da mezzo secolo, uso indistintamente analogico e digitale, non sono un purista della fotografia, amo la contaminazione e la sperimentazione. Credo che una foto debba sempre dire di più di quello che mostra e per questo non amo le foto di fiori e di tramonti, li trovo esercizi di stile del tutto inutili, a parte qualche rara eccezione, narcisismi per chi li fa, stucchevoli per chi li guarda!”

L’interesse di Sergio Coppi era rivolto soprattutto alla gente, alle situazioni sociali, agli eventi della collettività. Le sue fotografie raccontano storie personali e collettive che iniziano non con il consueto “C’era una volta…” ma con un incisivo “C’ero anch’io!”.

Lo stretto legame tra l’esperienza di Coppi come fotografo e la vita sociale, politica, culturale, della città di Terni, che l’autore ha raccontato per decenni utilizzando l’obiettivo della sua macchina fotografica,trova la sua attestazione in cinque scatti significativi, che richiamano simbolicamente momenti rilevanti della storia cittadina novecentesca: il presidente Sandro Pertini che indossa il casco protettivo tra i lavoratori dell’Acciaieria di Terni; Papa Giovanni Paolo II inginocchiato davanti all’altare del Duomo; la foto che ritrae Enrico Berlinguer di spalle, dinnanzi alla folla radunata in Piazza del Popolo; un concerto di Umbria Jazz a Villa Lago; il montaggio della Lancia di Luce di Arnaldo Pomodoro.

La Mostra di Sergio Coppi

La mostra, curata daFrancesco Maria Giuli, Francesco Santaniello e Fabio Coppi, si inserisce nell’ambito del progetto “PAZ /// Esperienza Cesi. La Comunità tra pensiero e azione”, una delle azioni ricomprese nel più ampio progetto “Cesi 2026 – Cesi porta dell’Umbria, porta delle meraviglie: open doors for outdoor” ( https://cesiportadellumbria.it/ ), unico progetto in Umbria, tra i 21 italiani, finanziato dal Ministero della Cultura attraverso il PNRR M1C3 – Intervento 2.1 – Attrattività dei borghi storici, che ha come obiettivo essenziale il recupero e la valorizzazione del patrimonio di valori storici, artistici, archeologici e antropologici del borgo di Cesi, situato a oltre 400 metri di altitudine, tra la città di Terni ed il sito archeologico di Carsulae (III secolo a.C.), città di epoca romana dislocata lungo il ramo occidentale della Via Flaminia.

PAZ /// esperienza Cesi”, promosso grazie alla collaborazione dell’Università Sapienza di Roma e dell’Università degli Studi di Perugia, è strutturato come un vero e proprio campo progettuale, rivolto a progettisti, studenti, designer, architetti, e vedrà il suo culmine dal 15 al 18 luglio 2025, per poi ripetersi durante l’autunno, impegnando i partecipanti attraverso tavoli di lavoro, con il coinvolgimento di figure professionali attive in diversi ambiti come intellettuali, designers, antropologi, archeologi, amministratori, giornalisti ed artisti.

Tra i relatori e le figure che interverranno, coinvolgendo gli studenti aspiranti designers in laboratori, visite guidate e momenti di confronto, ci sarà Franco Arminio, poeta, scrittore e “paesologo”, che ha indagato i piccoli paesi d’Italia descrivendo con estremo realismo la loro situazione sociale, soprattutto nel Mezzogiorno; Carlo Gubellini, sindaco di Castenaso (Bo) in Emilia-Romagna, località colpita dai recenti eventi alluvionali, che porterà la sua esperienza di amministratore nella messa in campo delle pratiche di buon design della pubblica amministrazione; Rosa Tiziana Bruno, ricercatrice presso l’Università ‘Complutense’ di Madrid, esperta in strategie educative orientate al pensiero ecologico; Chiara Zhu e Matteo Carboni designers esperti di “Design Thinking”; il gruppo di Utilità manifesta, designer con un alta esperienza nel design sociale; Massimiliano Gasperini, dottore di ricerca in Topografia Antica presso l’Università Sapienza di Roma, archeologo e responsabile degli scavi archeologici di Carsulae; Alessandro Ubertis, presidente Unicom – Unione Nazionale Imprese di Comunicazione, che parlerà del ruolo della comunicazione all’interno di un progetto di marketing territoriale.  

Per maggiori informazioni

Ennio Barbieri