“Filiera agroalimentare all’Ue, servono norme ad hoc per le TEA” di Cristina Latessa

“Filiera agroalimentare all’Ue, servono norme ad hoc per le TEA” di Cristina Latessa

Richiesta avanzata nell’ evento organizzato a Roma da Cluster Agrifood e Crea con la presentazione di un rapporto che illustra le potenzialità delle tecniche di evoluzione assistita alla luce anche del cambiamento climatico

Le Tea-tecniche di evoluzione assistita sono radicalmente diverse dagli Ogm e necessitano di una legislazione ad hoc: questa la richiesta che la filiera agroalimentare – dall’agricoltura all’industria – rivolge alle istituzione europee, che saranno chiamate ad esprimere un parere a giugno, quando la Commissione prevede di presentare un progetto di normativa in relazione alle tecniche di evoluzione assistita capaci di rinnovare il panorama varietale e aiutare l’agricoltura a fronteggiare le sfide dei prossimi anni, a cominciare dal cambiamento climatico.

L’appello della filiera agroalimentare a favore delle TEA è stato espresso durante un evento organizzato oggi a Roma da Cluster Agrifood nazionale e dal Crea che hanno riunito attorno a un tavolo i rappresentanti della filiera alimentare e le istituzioni.

Nell’occasione, è stato illustrato il position paper Nuove tecniche genomiche genome editing e cisgenesi” che illustra le potenzialità delle TEA all’interno di un contesto agricolo italiano sempre più messo a dura prova dagli effetti del cambiamento climatico e dalla necessità di migliorare la resistenza alla siccità e alle avversità, assicurando al contempo qualità e produttività più elevate. Il rapporto spiega anche come le TEA possano contribuire ad accrescere la sostenibilità dell’ agricoltura e a produrre alimenti più salutari, in linea con gli obiettivi dell’European Green Deal e delle strategie Farm To Fork e Biodiversity.

Su queste basi, vengono stilate alcune raccomandazioni affinché l’Italia sappia cogliere questa opportunità e vengono suggerite tre azioni ai responsabili delle decisioni politiche: consentire la sperimentazione in campo delle TEA in tempi brevi, poiché le TEA sono radicalmente diverse dagli OGM di una volta non possono essere infatti normate allo stesso modo; rilanciare un programma di ricerca sulle biotecnologie pulite per l’agricoltura di domani, dato che nei prossimi mesi è atteso un cambiamento del quadro autorizzativo a livello europeo e sarebbe grave se l’Italia non si presentasse all’appuntamento con un adeguato programma di investimento; predisporre strumenti di trasferimento tecnologico dei risultati dalla ricerca al mondo produttivo, coinvolgendo anche le industrie private, in modo da rinnovare il panorama varietale e renderlo idoneo al nuovo scenario climatico.